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A lume di candela

Quando mia madre era una ragazza, la corrente elettrica era ancora un miraggio nel nostro piccolo paese. Le prime, pochissime, case malamente illuminate si iniziarono a vedere dopo il 1945, in seguito alle devastazioni della Seconda Guerra mondiale. Ma intorno agli anni Trenta, quando mia madre era ancora una ragazzina, soltanto una coperta di stelle si adagiava sulle abitazioni buie e silenziose. Anche dell’illuminazione pubblica non ve n’era l’ombra (o meglio, la luce); a volte una lucerna lontana anticipava uno schiamazzo o una risata proveniente dalla stradina di campagna antistante alla masseria. Per il resto, il buio.

Le ragazze, dopo aver terminato i duri lavori in campagna, solevano ricamare la biancheria del proprio corredo sognando il giorno delle nozze, magari nutrendo già dolci sentimenti, ricambiati, per qualche ragazzo del proprio paese: si era poveri, non si possedeva nulla, i matrimoni combinati erano cosa da Signori, per fortuna.

Dalla campagna si tornava sempre tardi, a un palmo dal tramonto, e le serate non duravano molto: un ultimo pasto frugale e poi ci si sedeva su una seggiola per ricamare, prima di coricarsi.

Ma come si faceva ad eseguire un lavoro di precisione al buio?

Compagna fedele delle serate giovanili di mia madre è stata la sua lampada a olio (in foto), che nello scuro della casa riusciva a illuminare soltanto un piccolo lembo di tessuto, quel poco che bastava per eseguire un punto ben fatto. Un lavoro paziente, di concentrazione e precisione.

Gli anni passarono lentamente, il corredo fu ultimato, e tra i ricami e il giorno delle nozze ci fu di mezzo una guerra mondiale e la prigionia del futuro sposo!

Quest’ultimo non solo tornò sano e salvo al paese, ma decise che era giunto il momento di una svolta: mettere la corrente elettrica a casa!

Si sposarono, misero su una famiglia anche piuttosto numerosa e la lampada a olio non servì più, fu dimenticata; ma la fiamma che ardeva durante le serate di ricamo, nella lampada e nel petto di mia madre, è riuscita a imprimere un disegno stupendo, che non si sgualcì mai e che ci ha accompagnato per tutta la vita.

Quella lampada la custodiamo gelosamente nella nostra Masseria.

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