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Lievito madre

In questi giorni di tragica pigrizia e incerta noia mista all’angoscia delle sciagure, ci è venuta voglia di sentirci più vicini ai nostri ospiti passati e futuri attraverso questa pagina del nostro sito dedicata alle attività che continuiamo a svolgere all’interno e all’esterno della struttura.

Da circa un mese tutto sembra immobile:
le persone sono blindate nelle proprie case;
le saracinesche, mute, nascondono i negozi;
le strade restano vuote, nude cornici d’asfalto delle aiuole.
Sono proprio queste ultime, le aiuole, il verde e la natura che vi abita, a remare apparentemente in “direzione contraria ed ostinata” a tutto il resto: la natura continua il suo canto, il suo fluire ininterrotto.
Sono le piccole grandi cose a cui spesso non facciamo neppure caso a donarci di nuovo una fiaccola di speranza, a farci sorridere ancora nonostante tutto, a rendere pieno il nostro quotidiano di un “grazie” totale.

Qui alla Masseria siamo fortunati perché di piccole cose ce ne sono parecchie, anche quelle più vecchie, dismesse e dimenticate, testimoni della vita di ieri; c’è tanto spazio e tanto verde per da poter passare gran parte della giornata all’esterno e dedicarla alla cura dell’orto, del giardino e delle aiuole, fare il pane per la settimana nuova…

E proprio l’arte del fare il pane casereccio ci fa riscoprire un mondo antico e nuovo. Ultramoderno e tradizionale.

Il lievito madre, oltre ad aver bisogno di tutte le attenzioni che merita, evoca Origine, Sorgente, Causa e Principio. Ristabilisce i legami.

Impastare a mano vuole dire tatto. Accorcia le distanze.

Cuocerlo nel forno a legna il cui combustibile sono state le potature degli ulivi, la cui cenere farà da concime agli stessi, dà un senso di circolarità che non contempla lo spreco. Riconnette alla natura.

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